Nelle ultime settimane nei quotidiani locali sono apparsi articoli che riguardano il Cansiglio in merito all’ipotesi di realizzazione di strade d’accesso dal versante orientale e parcheggi per ospitare le decine di migliaia di visitatori che in qualche giornata accedono all’altopiano. Un numero così elevato di presenze fa emergere quindi l’evidente attuale insostenibilità di un modo di gestione di un territorio che viene altresì diffusamente riconosciuto come patrimonio di biodiversità che necessita di salvaguardia e tutela naturalistica.

Ebbene, quale risposta traspare da questi articoli? Continuare ad assecondare la logica dello sfruttamento consumistico dell’ambiente. Proporre una sorta di ZTL per il Cansiglio senza una proposta complessiva di salvaguardia ambientale, senza stimolare una nuova e diversa concezione nell’avvicinamento alle bellezze e qualità naturali dell’altopiano evidenzia un approccio d’impronta meramente turistica alla rilevante questione di compatibilità ambientale che si pone.

La soluzione al problema dell’insostenibilità dell’afflusso che si registra in particolari occasioni che si prospetterebbe attraverso una razionalizzazione, un contingentamento delle auto che accedono alla Piana avrebbe però un pesantissimo costo in termini ambientali, l’aggiunta di nuove strutture e servizi a quelli già presenti. L’ipotesi, la tendenza di far diventare il Cansiglio meta di maggiori e più agevoli flussi turistici è presente anche nella proposta di trasformare la viabilità presente lungo il versante friulano, fino ad ora ad uso sostanzialmente forestale, adattandola al traffico comune realizzando il collegamento diretto tra Piancavallo e Cansiglio. Un progetto che recupererebbe un’idea mai tramontata, questa volta attraverso un’infrastruttura di notevole impatto nei confronti di un’area ai margini dell’altopiano di elevato valore naturalistico-ambientale in relazione e collegamento anche con il vicino Parco Naturale delle Dolomiti Friulane.

E di strade val la pena di parlarne anche in merito a quelle che all’interno dell’area demaniale, delimitate da apposite sbarre, sono destinate alla viabilità forestale, ma che capita talvolta di vedere lasciate al libero accesso. Di una di queste in particolare preme porre attenzione, quella che collega Campon a Pian Canaie per Pian Rosada. Chiusa e pesantemente compromessa in questi anni per le attività di esbosco del dopo Vaia, sembra ora ne sia programmata una risistemazione. Una sensibilità verso la tutela naturalistica vorrebbe che rimanesse chiusa al traffico e non si ripristinasse il libero accesso com’era in precedenza. Immaginare strade per incrementare l’afflusso turistico in Cansiglio, consentirne alle auto l’attraversamento dei suoi boschi e realizzare parcheggi che non siano al di fuori dell’area demaniale corrisponde ad una miope visione dell’ambiente per il futuro, diretto alla sua valorizzazione economica e non alla sua salvaguardia e conservazione.

I parcheggi, i servizi ai visitatori ci vogliono, esterni all’area demaniale, pensati ed inseriti in un progetto che veda il Cansiglio al centro di un intervento di protezione ambientale e naturalistica, ampio e strutturato, che coinvolga entrambe le Regioni che territorialmente lo amministrano, e collegandosi alle realtà dei Parchi dolomitici vicini lo faccia diventare Parco anch’esso.