Una nuova scelta per il Calendario del Cansiglio 2023, non una miscellanea di foto a sfondo stagionale o una selezione di autori, ma la proposta di un’originale, articolata interpretazione fotografica del Cansiglio proveniente dal passato, quella di Giuseppe Mazzotti. Tutte le foto provengono dall’archivio fotografico della Fondazione Mazzotti c/o FAST – Foto Archivio Storico Trevigiano della Provincia di Treviso. La grafica e la stampa sono  a cura di Grafiche De Bastiani, Godega S.U. (TV)

GIUSEPPE MAZZOTTI E LA FOTOGRAFIA

Il Calendario di quest'anno vuole essere un omaggio alla memoria e al lavoro di Giuseppe Mazzotti, la cui opera fotografica, qui proposta in una selezione di tredici immagini del Cansiglio, offre almeno due elementi di assoluto valore.
Uno sta nella preziosa documentazione antropologica e paesaggistica della Foresta e della sua comunità nel Dopoguerra. Siamo nei primissimi Anni Cinquanta quando c'era ancora la fienagione stagionale manuale e la fiera agricola montana.

Il secondo sta nell'avvio, per la prima volta in forma organica, di una ricerca nella rappresentazione fotografica dei luoghi che mira all'uso della fotografia come forma di espressione artistica finalizzata alla costruzione di una identità territoriale legata alla civiltà veneta e alla sua storia.
Con questa operazione Mazzotti aprirà un percorso che nei decenni a venire sarà seguito da molti altri fotografi.

Negli Anni Ottanta alcuni di questi porranno l'attenzione anche su temi e soggetti diversi, come Fulvio Roiter con il suo "Cansiglio. Il bosco dei Dogi", dove lo sguardo è centrato sugli elementi costitutivi, primitivi e minimi, del Paesaggio (piante, uomini, fiori, pietre, ecc) ambientati nel loro contesto ecologico.
Negli anni successivi, altri, come Francesco Galifi, Paolo Toffoli e Claudio Bettio in particolare, rileggeranno i temi di Mazzotti e di Roiter alla luce delle nuove tecniche digitali.

Ai giorni nostri, con la nascita di un movimento fotografico di massa, sorto grazie alla diffusione della tecnologia digitale, si arriva all' esplorazione di nuove forme di raffigurazione estetica e “mistica” (come nel caso di Massimiliano Modolo), della foresta e dei suoi ecosistemi interni e circostanti. Da un lato si valorizza l'uso del bianco/nero nell' interpretazione soggettiva, dall'altro si perfeziona la tecnica della fotografia naturalistica nella descrizione della realtà e del Vivente.

Sono centinaia i fotografi che formano questa comunità culturale in continua crescita con una produzione di migliaia di opere all'anno. Impossibile citare qui tutti gli artisti attivi, molti dei quali presenti nel gruppo Photocansiglio/Facebook.
La dimensione di questo movimento, così ben radicato nella comunicazione sociale, ma soprattutto la qualità della sua produzione artistica diventata elemento costitutivo della identità del territorio e forza attiva della sua conservazione, sono la grande eredità della ricerca e del lavoro pionieristico di Giuseppe Mazzotti


GIUSEPPE MAZZOTTI

Nato Treviso nel 1907, da giovane Mazzotti frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia entrando in relazione con artisti e scrittori. Di alcuni artisti (Rossi, Martini) curerà in seguito importanti mostre.
Alpinista, membro del Club Alpino Accademico Italiano, autore di numerosi libri è stato anche un appassionato fotografo. I suoi scatti rappresentano preziose testimonianze del paesaggio locale ed hanno contribuito a documentarne il patrimonio. Emblematica la pubblicazione e la successiva mostra sulle Ville venete.
Nel corso del tempo ha ricoperto numerose cariche di enti legati alla tutela del patrimonio artistico-culturale locale. Muore a Treviso nel 1981.


IL CANSIGLIO DI GIUSEPPE MAZZOTTI

L’interesse del Mazzotti nei confronti del Cansiglio, testimoniato dalle foto e dagli scritti che vi ha dedicato, può essere collocato temporalmente in una fase di passaggio da un “vecchio” ad un “nuovo”, possibile Cansiglio. Se le immagini riportano ad uno scenario ed una frequentazione umana dell’altopiano ancora tradizionale, nei suoi scritti è presente anche una anticipatrice consapevolezza che la “modernità” incombente possa essere portatrice di un’opera di “valorizzazione” che “per rendere accessibile e ospitale una zona, finisce spesso per depredarla e distruggerla nei suoi caratteri originali” (La difesa del paesaggio italiano, 1968).

I pericoli della “valorizzazione” intravisti da Mazzotti sono sempre più presenti in Cansiglio, favoriti dalla strisciante urbanizzazione e dalla progressiva invasività del turismo consumistico di massa che contrasta la visione della “bellezza degli spettacoli naturali (che fanno) nascere in noi il sentimento della poesia” (Invito al Cansiglio, 1965).
A settanta'anni di distanza dal lavoro di Mazzotti, rinnoviamo l'impegno a conservare e difendere la bellezza del suo Paesaggio e la ricchezza della sua biodiversità con la consapevolezza che esso rappresenta un patrimonio naturale unico e prezioso da testimoniare e tramandare.


PER IL PARCO DEL CANSIGLIO

Oggi la Foresta del Cansiglio, da secoli chiamata “Cansei” dagli uomini che l’hanno frequentata, si trova di fronte alla necessità di misure di CONSERVAZIONE complesse e delicate, non più procrastinabili.
Le normative di tutela esistenti (area SIC e ZPS di Rete Natura 2000) e le Riserve naturali istituite interessano oggi soltanto una parte della Foresta, quattro ricadono nel territorio della Regione Veneto e le restanti in quello della Regione Friuli – Venezia Giulia.
Nonostante si tratti di forme di tutela di grande valore, queste non sono tuttavia sufficienti a garantire la salvaguardia dell’intero ecosistema-Cansiglio.
L’ipotesi più realistica è quella della istituzione di un Parco Naturale Interregionale Veneto Friulano. Come il Comitato per il Parco e alcune associazioni negli scorsi anni, noi Amici del Cansiglio sosteniamo oggi l’istituzione di un parco naturale su tutto il territorio demaniale del Cansiglio (6500 ettari) sia nella parte veneta che in quella friulana, che unifichi l’amministrazione demaniale, che coniughi salvaguardia ambientale ed economia locale e che si connetta alle altre aree protette del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane.