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Copertina di Rilancio dei parchi (Per il)
Categoria: Libri
Editore: Edizioni ETS
Pagine: 197
ISBN: 9788846734006
Anno: 2012
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Note: Gruppo di San Rossore - Presentazione di Renzo Moschini - Seconda edizione

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Quando abbiamo deciso di costituirci in gruppo di San Rossore almeno su un punto avevamo le  idee molto chiare; non intendevamo aggiungere una voce alle tante che legittimamente protestano, denunciano e si lamentano delle tantissime cose di cui soffrono oggi i parchi. Non abbiamo dubbi che quelle denunce sono più che fondate e servono. Ma quello che a nostro giudizio oggi urge è appunto il rilancio di una politica dei parchi di cui sono andate via via – e negli ultimi tempi a ritmi sempre più allarmanti – smarrendosi o opacizzandosi le coordinate, il senso, le finalità. Va ripresa e rilanciata la sfida della legge quadro con la quale 20 anni fa anche il nostro paese entrò nel novero di quelli che affidavano ai parchi e alle aree protette la gestione i beni pubblici ambientali, naturalistici e paesaggistici presenti nell’art. 9 della Costituzione. Questo fu il senso di quella scelta a cui arrivammo concordemente dopo un travagliato percorso non solo parlamentare. Oggi è quella scelta che è entrata in crisi, è stata messa in crisi nonostante i risultati importanti conseguiti, confermati dall’alto numero delle aree protette istituite e la percentuale di territorio protetto. Abbiamo recuperato gravi ritardi e ci siamo significativamente allineati ai paesi più avanzati. Poi prima senza colpi di scena clamorosi ma con inadempienze, rinvii, ritardi e successivamente anche con sortite e decisioni che hanno paralizzato e screditato specialmente i parchi nazionali pur considerati assurdamente i soli ‘veri’ parchi come già a suo tempo affermò un ministro, con una raffica di commissariamenti prolungati e ingiustificati che si sono estesi negli ultimi tempi – quasi per contagio – in alcune regioni anche a quelli regionali. I tagli finanziari sono perciò solo l’ultimo anello di questa lunga catena che ha messo in crisi i parchi e una legge che anziché essere attuata è stata via via elusa, ignorata e bistrattata e che ora si vorrebbe persino modificare per poter fare meglio i propri comodi a partire dal comparto più malmesso e cioè le aree marine protette.

Ecco, noi del gruppo di San Rossore siamo partiti da qui e dalla convinzione che alla caduta culturale prima ancora che politico-istituzionale bisogna reagire chiamando in causa in primo luogo le istituzioni; governo, parlamento, regioni, enti locali che sono i titolari costituzionali e politico-istituzionali dei parchi e delle aree protette oggi più di ieri raccordate al contesto comunitario e internazionale dove in effetti non brilliamo per presenza e iniziativa come testimoniano le numerose sanzioni a carico del nostro paese. E siccome fin dalle prime battute del nostro lavoro e specialmente nella assemblea nazionale di Firenze a fine febbraio abbiamo registrato interventi, contributi, proposte e sollecitazioni oltre che un alto numero di adesioni abbiamo pensato che valesse la pena a ‘caldo’ di raccoglierne alcune. Lo abbiamo fatto in questo libretto per stimolare ulteriori approfondimenti ma anche iniziative e appuntamenti che intendiamo promuovere nel paese. Non si tratta di un lavoro organico ma di una scelta deliberatamente volta a riprendere e riproporre in maniera anche un po’ provocatoriamente stimolante aspetti e spunti che ormai è bene discutere senza peli sulla lingua.
Che questa iniziativa del gruppo di San Rossore libro incluso coincida con una fase particolarmente confusa del dibattito sul federalismo lo colloca peraltro su uno sfondo niente affatto ‘sindacale’ ma al contrario in grado di fornire approcci finora rimasti in ombra. I parchi come abbiamo detto anche in più d’un documento e che torniamo a discutere e a approfondire in questo testo occupano o dovrebbero occupare nel governo del territorio quale è delineato nel titolo V della Costituzione un ruolo particolarmente importante vuoi perché operano su una scala e dimensione non amministrativa vuoi perché a quel livello pianificatorio e ‘sovraordinato’ gestiscono in maniera integrata competenze che nel settorialismo si disperderebbero e frantumerebbero perdendo in efficacia. Aspetto questo di particolare rilevanza per quanto riguarda la gestione integrata delle coste.

E sorprendente, ad esempio, che dal dibattito in corso sui parchi che in più d’una regione ha portato o sta portando a modifiche spesso discutibili di vecchie normative che avevano consentito di costruire se non dei veri e propri sistemi sicuramente dei complessi di aree protette che avrebbero avuto bisogno di raccordarsi a politiche nazionali ormai da tempo latitanti, non emerga una riflessione su cosa i parchi abbiano rappresentato per la collaborazione intercomunale. È noto che la prima fase della istituzione dei parchi regionali anche successivamente alla entrata in vigore della legge quadro fu segnata anche da resistenze comunali che in più d’un caso approdarono alla non inclusione di qualche comune che non volle saperne di entrare nel parco. Questa stagione è stata pazientemente ed efficacemente superata tanto che oggi come ha ricordato a Firenze l’assessore ai parchi della regione Liguria Renata Briano ci sono comuni che chiedono di far parte del parco.
È un aspetto sul quale bisogna oggi soffermarsi perché quella della collaborazione intercomunale dato l’alto numero dei comuni specialmente in alcune regioni è dai tempi del rapporto Giannini che ipotizzava la riduzione a 1000 degli oltre 8000 comuni – metà dei quali in un paio di regioni – che assilla il nostro assetto istituzionale. Negli anni si sono tentate varie strade tutte però – talvolta in un battibaleno – rivelatesi impraticabili; dai comprensori alle associazioni intercomunali tanto che anche le esperienze più positive e interessanti – vedi le comunità montane – sono state di fatto smantellate.

Gli enti parco specialmente regionali e le comunità del parco hanno invece arricchito e consolidato la collaborazione tra comuni in particolari piccoli e quindi più emarginati e di questi con le province interessate e l’hanno conseguito su un terreno di pianificazione ossia di gestione non riguardante unicamente un aspetto del governo locale. Insomma anche ai piccoli comuni per la prima volta è stato permesso di mettere incisivamente becco in faccende dalle quali sarebbero stati per legge esclusi. È chiaro che i commissariamenti a tappeto e per tempi illegittimamente prolungati vanificano, mortificano questo ruolo screditando con il parco quel sistema istituzionale che può operare efficacemente solo in ‘leale collaborazione’. Una collaborazione messa a rischio non solo dai tagli con il machete alle risorse finanziarie ma anche e soprattutto da un recupero neocentralistico che in tempi di federalismo chiacchierato appare tanto più grottesco e provocatorio.

Dovrebbe apparire abbastanza chiaro in sostanza che quell’orizzonte nazionale che vogliamo ridelineare come abbiamo detto a Firenze non è qualcosa che dipende unicamente da un impegno di Roma ma di tutte le istituzioni regioni ed enti locali compresi.
Anzi va detto che oggi il rischio di non riuscire in questa impresa estremamente impegnativa è dato non soltanto dalle sordità di un centro che appare in tutt’altre faccende affaccendato ma anche da regioni ed enti locali in più d’una caso dotate di una propria rete di parchi e aree protette – è il caso della Lombardia, del Lazio, del Piemonte, del Veneto e di altre che sembrano operare per ridimensionarne sostanziale il ruolo. E anche regioni che non hanno imboccato questo percorso mostrano più di una incertezza nel rimettere a punto la propria gestione.
In definitiva un nuovo orizzonte nazionale per i parchi e le aree protette terrestri e marine sarà tale se coinvolgerà stato, regioni ed enti locali.

Renzo Moschini

INDICE

Prefazione [Fabrizio Manfredi]
Presentazione [Renzo Moschini]

Gianluigi Ceruti
Non è la legge che va cambiata ma la politica

Valter Giuliano
Strade nuove per percorsi consolidati
Fuori dalla crisi per rilanciare un futuro sostenibile

Carlo Alberto Graziani
Il ruolo strategico dei parchi

Fausto Giovanelli
Recupero di competitività, nuovo ‘Made in Italy’: con le politiche di sistema per i Parchi è possibile

Agostino Agostinelli
Su la testa

Ippolito Ostellino
Strumenti di pianificazione per i parchi: una spinta e un nuovo ruolo ai piani socioeconomici
Verso piani di valore strategico

Giampiero Di Plinio
Tre-nove-quattro
Un fiore di carta sbocciato nel deserto

Sandro Pignatti
Le aree protette in una nuova visione del sistema-Italia

Nota di Roberto Gambino sul dibattito e il manifesto Gruppo di San Rossore
Instant Book post meeting di Firenze

Nuove frontiere per le politiche di conservazione
Un sondaggio a livello internazionale
a cura di
CEDPPN-Politecnico e Università di Torino (Diter)

Domenico Nicoletti
Aree Protette d’Europa

Paolo Pigliacelli
Rete natura 2000 e aree protette
Le convergenze parallele

Cesare Lasen
La protezione dell’ambiente naturale nel territorio alpino

Claudio Ferrari
Integrazione e leale collaborazione delle aree protette del trentino

Massimo Sargolini
Parchi e biodiversità, nelle politiche dell’UE

Dario Franchello
I parchi della Liguria cresciuti con il consenso

Antonello Nuzzo
In Toscana dopo San Rossore: aree protette ed altro ancora

Andrea Porchera
Riflessioni in margine al primo incontro del Gruppo di San Rossore
Spunti per una valutazione della situazione toscana

Franca Zanichelli
Il coraggio della sincerità per una nuova cultura di tutela del territorio

Claudia Fachinetti
Prima assemblea nazionale del Gruppo di San Rossore per il rilancio dei parchi

Postfazione [Renzo Moschini]