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Copertina di Parco Interregionale per il Cansiglio (Un)
Categoria: Libri
Editore: IUAV- Istituto Universitario Architettura Venezia
Pagine: 159
Anno: 1998
Note: Atti del seminario 08-13 giugno 1998

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Esiste un ruolo dei Parchi nella ricostituzione del rapporto uomo/natura?

La seconda metà del secolo XX in Europa è stata, per i Parchi Naturali, il cinquantennio des Arts Florissantes. Il loro numero infatti si è moltiplicato per dieci, ma questo non ha rappresentato un significativo risultato dal punto di vista del loro ruolo complessivo. (Gambino R., 2000). Sono state le politiche dei Parchi ad avere successo, con un rilevante impatto dal punto di vista economico, sociale e culturale, mentre non altrettanto si può dire del ruolo ambientale dei Parchi, bloccato al livello della macchia di leopardo, di salvaguardia di un evento estremo. L’enfasi sulla wilderness dei primi padri fondatori dei grandi parchi americani, a partire da F. L. Olmsted e John  Muir non ha trovato un’adeguata riflessione nello spettro naturalistico in cui si articola l’attuale concezione dei Parchi. Trova ancor meno riscontro nella cultura della nostra società il messaggio di George Perkins Marsh (Lowenthal D., 2000), il quale viene erroneamente visto come antropocentrico in rapporto alla “biocentricità” del grande Henry Thoreau. Come Lowenthal ho sempre trovato molti punti di contatto tra le due personalità. Il testo di Darwin, On the Origin of Species, si rispecchia in Man and Nature di Marsh, (1864), l’opera di taglio ambientalista anche in chiave di ecologia umana, più importante del tempo, in grado di legare cultura e natura, scienza e società, paesaggio e storia. Troppi Parchi Naturali oggi si trovano in condizione assoluta di “assedio” urbano, perdendo parte del loro significato e del loro valore. Si pensi al caso estremo, quello del Parco Nazionale del Vesuvio.

In questi casi, come giustamente sottolinea il già citato Roberto Gambino si deve parlare di paesaggi protetti in cui si fondono natura e cultura umana, come del resto già stabilito in ambito internazionale dalla IUCN. (IUCN, 1994). Il concetto di “paesaggio protetto” è il primo valore da individuare per poter integrare i Parchi in una grande struttura di reti ecologiche sul territorio. (Romano B., 1996) Agendo sugli spazi e sulle risorse naturali si possono controllare, comprimere, delocalizzare, cancellare e riproporre progetti insediativi e produttivi. L’invasività del modello urbano si controlla e definisce con un’attenzione maggiore per i paesaggi protetti nella logica anche dell’ecologia dei sistemi naturali (landscape ecology), delle reti ecologiche, della connettività e della percolazione.

Il Parco del Cansiglio, in questo contesto, rappresenta un’occasione da non perdere. Come ha stabilito la Convenzione delle Alpi, ratificata nel 1991 dai paesi alpini, i territori montani, anche quelli che l’uomo non ha mai sfruttato, hanno un valore culturale intrinseco. Voglio riprendere un concetto di Gambino che condivido appieno: “Le Alpi non sono soltanto un grande fatto naturale, sono anche uno straordinario edificio antropologico-culturale ed un complesso sistema economico-sociale nel cuore dell’Europa……le opzioni culturali e la tutela del patrimonio paesistico possono spesso richiedere politiche volte a mantenere la presenza umana e le attività tradizionali, assicurando la cura del territorio…..sembra diffondersi in Europa la consapevolezza delle connessioni storiche tra biodiversità e diversificazione paesistica e culturale, nella misura in cui la conservazione della prima richiede la gestione attiva di stadi successionali altamente instabili, strettamente legati alla frammentazione territoriale ed alle diversificazioni economiche, sociali e culturali pregresse”.

Analoghe considerazioni si trovano anche nei lavori sulle Alpi condotti con un certo rigore storico sulla base della classica impostazione in ambito geografico umano. (Mathieu J., 2000) Le politiche dei Parchi debbono integrarsi in politiche territoriali più ampie. Si torna ai concetti della IUCN (IUCN, 1996) ed alla richiesta di pianificare adottando ecosistemi e bioregioni come scala geografica appropriata per i programmi di gestione delle risorse. Si debbono riproporre i concetti dei corridoi biologici funzionali, approfondendoli, tenendo conto delle diverse interpretazioni in differenti ambiti disciplinari, le quali rendono difficile quella essenziale lettura interdisciplinare indispensabile alla programmazione di interventi di gestione. Resta aperto anche il problema delle scale (Bologna M.A., Carpaneto G.M.,1999), dai piccoli interventi di ingegneria del paesaggio o ambientale agli interventi di ripristino della connettività, alla gestione di vaste aree sottoposte a vincoli di tutela in modo da poter stabilire collegamenti tra aree protette. Anche il Cansiglio si colloca in una sorta di modello biogeografico-ecologico insulare. La soluzione del problema Cansiglio in termini di difesa ambientale in quanto Parco Interregionale deve esserci di aiuto nell’affrontare il problema della frammentazione degli ecosistemi, dell’isolamento di metapopolazioni o di intere comunità.

Le prime proposte per il Piano Interregionale del Cansiglio, le dispute locali, la VAS.

Non riprenderò qui le proposte già formulate per il Parco Interregionale del Cansiglio (Bettini V., 1999) ulteriormente sviluppate in questo lavoro di Giulia Matteotti e Franco Furlanetto. Vorrei invece fare riferimenti ad alcuni dei problemi locali che debbono essere affrontati in maniera per lo meno più consona in uno specifico contesto di “progetto locale”. (Magnaghi A., 2000) In Cansiglio non esiste un’autorità politico-amministrativa. Il Cansiglio è praticamente gestito da Veneto Agricoltura, Ente Regionale che nasce dall’accorpamento di tre altri enti già esistenti, ARF, ESAV, Caseificio di Thiene. Le competenze di Veneto Agricoltura vanno dalla pesca alle Riserve Montane, dalla vivaistica all’educazione ambientale. La gestione del Cansiglio resta una problematica fortemente ai margini. Il Cansiglio necessita di un Ente Autonomo. Gli edifici forestali del Cansiglio debbono tornare a vivere con nuove leve di giovani e famiglie che si occupino di educazione ambientale, di agricoltura biologica, di turismo e di sport, integrando così le tradizionali attività della cura del bosco, del controllo degli illeciti e degli abusi.

Non si fronteggia più una popolazione affamata che cerca, nei beni forestali, risorse per la propria sopravvivenza. Occorre al Cansiglio un Presidio Amministrativo che garantisca la gestione e la salvaguardia delle risorse naturali ed economiche, esercitando funzioni di controllo. La proposta di legge regionale di istituire una Riserva, proposta sostenuta anche da alcune Associazioni, tra le quali Cai-Tam, Lega Ambiente e Mountain Wilderness, deve essere confrontata con la proposta dell’Istituzione di un Parco Interregionale, asse della connettività con i Parchi vicini, Dolomiti Friulane, Parco delle Dolomiti Bellunesi, Dolomiti d’Ampezzo ed una valutazione ambientale strategica (VAS) deve essere condotta sui due progetti. La VAS presenta una priorità assoluta non solo in rapporto alla possibilità di scelta tra più scenari e di valutazione che comprenda l’insieme di un’area vasta in funzione della connettività e della struttura a rete ecologica che può fare asse sulla Foresta, ma anche perché esistono aree che presentano rischi ambientali a causa della sismicità, della tettonica, del carsismo e dell’antropizzazione.

Se consideriamo i terremoti rilevati in epoca storica, studiando la sismicità, ci rendiamo conto che l’area dell’Altopiano del Cansiglio e l’Alpago non hanno nulla da invidiare all’area sismica del Friuli sia per numero di eventi che per intensità. Disponiamo di una copiosa documentazione sui terremoti del 1873 e del 1936 (CNR, 1987). La Val Lapisina è interessata da fratture verticali e parallele tra loro per tutta la sua lunghezza. A tali fratture sono da collegare le grandi, ben visibili frane, che hanno dato origine alla Sella di Fadalto, cadute alla fine della deglaciazione Wurmiana. Transitando per la Val Lapisina si nota come il fianco sinistro presenti una lunga parete verticale interessata da notevoli fratture, null’altro che la nicchia delle frane suddette. L’orlo superiore di questa parete coincide esattamente con il confine Ovest dell’Altipiano. Sono anche visibili distacchi di frane recenti. Sono stati segnalati distacchi di pinnacoli e pianori collocati alla quota dei bordi dell’Altipiano. Queste fratture nel calcare si stanno ampliando per corrosione, dando origini ad inghiottitoi, piccole valli che sboccano nel vuoto, doline o allineamenti di doline, crepacci carsici, scarpate, tutti a direzione N-S (Toniello V., 2.000) La combinazione di tettonica, sismica e carsismo configurano una fascia notevole di instabilità, con arretramento del bordo. Altro fenomeno di instabilità e di asportazione di humus riguarda la testata delle piccole valli che hanno origine sulle spianate sommitali del catino, dirigendosi all’interno del catino stesso. Ne è esempio la testata del torrente Vallorghet che, data la pendenza, viene progressivamente incisa dall’azione erosiva delle acque meteoriche. Sul Piano di Valmenera, dove il materasso alluvionale fluvioglaciale dovrebbe superare le decine di metri, si rinvengono sprofondi sul terreno sciolto. Il fenomeno si osserva anche sui prati di Pian Cansiglio. Tali frammenti sotterranei andrebbero recintati e monitorati.

Parco, reti ambientali, istituzioni: il Cansiglio primo parco della connettività.

Al Parco dovrebbe spettare il compito di individuare il significato che le risorse dell’ambiente naturale e storico culturale possono assumere per la costituzione del piano di assetto territoriale, individuando un modello che si fondi sulla specificità, sull’identità e la diversità dei luoghi, superando la conflittualità con gli enti che agiscono nello specifico ambito territoriale. (Bellagamba P., 1999)

Il Parco deve configurarsi come un sistema territoriale a fini multipli, nel quale debbono trovare compatibilità strategie molto diverse.

L’Ente Parco deve anche essere in grado di pilotare strutture di ricerca in grado di suggerire le decisioni di piano che garantiscano:

  • la continuità del sistema biologico e dei biocanali;
  • il controllo quali quantitativo degli insediamenti umani in funzione della primaria esigenza del mantenimento e del rafforzamento dei valori biologici;
  • la possibilità di assumersi il ruolo di garante nella valorizzazione del sistema ambientale;
  • una maggiore attenzione alle connessioni ambientali, reti e corridoi ecologici, all’interno degli strumenti che governano le trasformazioni territoriali.

Solo un Parco Interregionale in grado di superare i limiti delle attuali analisi e proposte di Piano si dimostrerebbe in grado di raggiungere gli obiettivi proposti. Il Parco Interrogionale del Cansiglio può essere il primo Parco italiano in grado di seriamente connettersi alla nuova struttura dell’Istituto Nazionale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica sulla Montagna (Inrm) il quale finalmente considera la Montagna una risorsa culturale ed economica, fragile e complessa cui spetterebbe un governo basato almeno su alcune consolidate basi scientifiche. I programmi Inrm hanno come obbiettivo la profonda conoscenza della montagna con un recupero di studi ed esperienze. Non stupisce che uno degli obbiettivi dell’Inrm, che sta strutturando una grande banca dati delle scienze della montagna, siano la valorizzazione del legno di faggio boschivo e la certificazione dei prodotti alimentari tipici dell’ambiente montano. Fao ed Onu hanno dichiarato il 2002 “Anno Internazionale delle Montagne”. Sarebbe quindi di grande significato che, per quell’occasione, venisse finalmente istituito il primo Parco Nazionale Italiano della Connettività, che abbia come asse il Cansiglio.

Virginio Bettini

 

Indice

Premessa metodologica
Virginio Bettini, Giulia Matteotti e Franco Furlanetto

Geomorfologia ed evoluzione dell’altopiano del Cansiglio
Maurizio Cucato e Vladimiro Toniello

La fauna del Cansiglio
Francesco Mezzavilla

La foresta del Cansiglio
Anna Vieceli

La foresta del Cansiglio sotto il dominio della Serenissima Repubblica
Relazione desunta dalla registrazione del seminario

Il paesaggio del Cansiglio attraverso la storia forestale
Alberto Piccin

Le cifre in termini finanziari ed economico sociali
Maurizio Merlo

Legislazione in materia di parchi e proposte di parco per il Cansiglio
Michele Boato

Ambiti di ricerca finalizzati alla pianificazione nel settore forestale
Maurizio Dissegna

La pianificazione naturalistica e il Cansiglio: concetti ed esempi
Lorenzo Bonometto

Fondamenti per un nuovo approccio alla conservazione
Almo Farina

Riflessioni e aspetti generali per una pianificazione integrata del Cansiglio
Pippo Gianoni

Input di progetto per il Parco del Cansiglio
Franco Posocco

La problematica gestionale
Paolo Cacciari

Verifica della proposta di costruzione di un inceneritore di cippato in Cansiglio
Paolo Rabitti

Lo sfalcio dei prati di montagna. Il recupero delle tradizioni a tutela dell’ambiente e per avviare un processo di sviluppo finalizzato a migliorare il rapporto dell’uomo con la natura
Siro Donadon

L’esperienza del Comune di Budoia
Antonio Zambon