Prospettive di ricerca verso il 2002 “Anno internazionale delle Montagne”
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PRESENTAZIONE
Le profonde trasformazioni che nel secolo appena trascorso e soprattutto nel secondo dopoguerra hanno investito in modo massiccio tutte le nostre montagne, come frutto della rapida evoluzione della struttura produttiva e occupazionale, sono già oggetto di ampia e approfondita letteratura, specialmente in seguito alla promulgazione della Legge 440 del 1978 sulle terre incolte. E tuttavia la complessità del fenomeno e la f1uidità dei processi in atto suggeriscono e quasi invitano a nuove ricerche sul campo, a nuove analisi, a nuovi modelli interpretativi. La trasformazione capitalistica dell'economia agraria e il recente fenomeno dell'urbanizzazione diffusa hanno indotto una dinamica demografìca articolata e di diffìcile interpretazione. L'effetto sull'ambiente montano si traduce in mutamenti forse irreversibili, esplicitati da due situazioni completamente diverse e antitetiche: da un Iato, come esito estremo, il paesaggio dell'abbandono e della «desertifìcazione» di interi versanti o interi gruppi montuosi; dall'altro lo sfruttamento intenso e talora incontrollato, sia industriale che turistico, di alcuni fondivalle e località di soggiorno. Lo sfruttamento ingloba e soffoca il preesistente, lo trasforma e ne modifìca le funzioni; l'abbandono porta alla progressiva scomparsa delle tracce del rapporto uomo-ambiente, cioè dei segni dell'uomo. La Prima Giornata di studio sulle «terre alte» intende approfondire quest'ultimo problema dell'abbandono in un incontro fra studiosi di discipline diverse. I segni impressi nel paesaggio sono eredità legata sia all'ambiente naturale, sia al patrimonio culturale di secoli, fatto di conoscenze precise e frequentazione minuziosa del territorio. Le tradizionali attività agrosilvopastorali proprie di una vita in verticale tra fondovalle e alpeggi evidenziano un adattamento uomo-natura identico nella sostanza nei vari gruppi montuosi, e tuttavia attuato con modalità diversifìcate in relazione alle situazioni e alle opportunità locali. Il fenomeno dell'abbandono, che attualmente sembra inesorabile, sta cancellando progressivamente le testimonianze di questo stretto legame; i segni dell'uomo, sempre più labili, abbisognano di una attenzione testimoniale che ne conservi il ricordo e suggerisca insieme nuovi spunti interpretativi. È con questo intendimento che Club Alpino Italiano e Dipartimento di Geografia dell'Università di Padova hanno dato avvio ad un impegno di ricerca comune, che fa proprie e rilancia le finalità dell'iniziativa avviata nel 1991 dal Gruppo di lavoro «Terre Alte» del Comitato Scientifico del CAl o Il Protocollo d'intesa tra Club Alpino Italiano e Università degli Studi di Padova, siglato il 26 ottobre 2000 e presentato al pubblico in occasione di questa giornata di studio, sancisce una collaborazione già collaudata che ha visto crescere negli ultimi anni l'attenzione e le ricerche sulle Alpi e Prealpi nordorientali. Tale intesa costituisce un segnale di continuità e al tempo stesso di novità nel panorama di proposte e collaborazioni per la montagna. Il Dipartimento di Geografia riversa infatti nell'iniziativa tutta l'esperienza di una secolare tradizione di studi, che ha visto illustri suoi docenti (a partire da Giuseppe Morandini, cui il Dipartimento è intitolato) partecipare attivamente alla vita del Sodalizio con l'intento di promuovere le indagini sulla montagna secondo un'ottica particolarmente attenta al rapporto tra uomo e ambiente. La collaborazione tra Club Alpino Italiano e accademia patavina, assai viva nel passato ma pur sempre demandata all'iniziativa di personalità e carismi individuali, assume oggi veste strutturata e organica, ed è questo forse il più importante elemento di novità del Protocollo, che attende di essere recepito e concretamente attuato. Da parte del Sodalizio è chiaro l'impegno ad essere collaboratore attivo nella ricerca (artt. 2 e 5), per ribadire che l'attività ludico-sportiva e la promozione dell'alpinismo si possono utilmente coniugare con la conoscenza e la tutela dell'ambiente montano. Da parte geografica, l'impegno a comunicare i risultati delle proprie ricerche alla stampa del Sodalizio e la promozione di giornate di studio su aspetti problematici del rapporto uomo-montagna (artt. 6 e 9) mirano a favorire una più ampia e aperta comunicazione fra studiosi e istituzioni scientifiche. Forti di una ricca eredità e consapevoli delle potenzialità dischiuse da una collaborazione «reciprocamente fruttuosa e vantaggiosa», Club Alpino Italiano e Dipartimento di Geografia intendono così rimanere fedeli alla propria vocazione originaria, ribadendo la necessità di tenere viva la relazione tra uomo e «terre alte». È forse questa l'indicazione più preziosa che si intende rivolgere a tutti coloro che si accingono a celebrare il 2002 quale «Anno internazionale delle Montagne».
UGO MATTANA - MAURO VAROTTO
Dipartimento di Geografia Università di Padova
INDICE
Presentazione
U. Mattana - M. Varotto
PRIMA PARTE
L'intesa tra Club Alpino Italiano e Università di Padova
Protocollo d’Intesa tra Università degli Studi degli di Padova Studi Club Padova Alpino Italiano
SECONDA PARTE
Le prospettive di ricerca verso il 2002 «Anno internazionale delle Montagne»
(Coordinatore Annibale Salsa)