Categoria: Libri
Editore: Ministero delle Risorse Agricole. Alimentari e Forestali – Corpo Forestale dello Stato
Pagine: 39
Anno: 2014
Note: Corpo Forestale dello Stato – Ufficio Territoriale Biodiversità di Vittorio Veneto (TV)

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“Riserva Naturale Ipogea Bus de la Genziana”: già l’aggettivo ipogea, inusuale e non immediato, ci fa pensare a qualcosa di strano, di diverso. Forse anche un po' misterioso. Una bellezza che si nasconde sotto la superficie della terra, e che i nostri sensi non possono raggiungere se non andandoci dentro. Come è accaduto agli speleologi quando nel 1666 l’hanno scoperta, e poi esplorata.
Il Bus della Genziana è una delle migliaia di grotte carsiche che si trovano sotto il suolo della nostra penisola, e si sviluppano con sale, gallerie, strettoie, forre, cunicoli sotterranei, ma grazie alle sue peculiarità dal 1987 è anche una riserva naturale, gestita dall’Ufficio per la Biodiversità di Vittorio Veneto del Corpo Forestale dello Stato. Una cosa rara, anzi, unica per il nostro Paese. È una cavità che si apre in una delle più importanti aree carsiche d’Italia e tra le più interessanti d’Europa, facendo parte di una estesa area di notevole rilevanza idrogeologica, per certi aspetti ancora poco conosciuta. Non ci sono torrenti sulla superficie del Cansiglio, ma sotto sì. L’acqua è l’oro del futuro e tutta quella che passa attraverso le aree carsiche va protetta, perché va ad alimentare sorgenti e falde che fungono da riserve strategiche. Questo grande complesso carsico fa parte di un grande circuito sotterraneo ed il fatto di essere una riserva ne garantisce la protezione e la conservazione.
Il Bus de la Genziana è quindi una grotta emblematica: è il risultato di un lungo lavoro dell’acqua che scava e ha scavato lentamente dentro la terra creando architetture fantastiche e inusuali, quasi come fosse un artista, attirando studiosi e speleologi di tutta Italia. Ma è anche una scrigno di biodiversità, ed un laboratorio scientifico.
Biodiversità perché nel suo interno, nonostante le condizioni ostili alla vita, abitano vari organismi viventi tra cui alcuni endemismi, come la Cansiliella tonielloi, un genere di coleottero ipogeo scoperto proprio qui, o il Typhloiulus ausugi gentianae, una nuova varietà di centopiedi, o ancora il Niphargus tamanini barbatus, una nuova specie di crostaceo, organismi che attualmente risultano essere presenti solo in questa grotta.
Laboratorio scientifico poiché proprio qui l’Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Matematica e Geoscienze ha voluto collocare una importante strumentazione di rilevamento che serve a misurare i terremoti, le maree terrestri ed i movimenti della montagna legati all’assorbimento delle acque piovane e all’oscillazione della falda.
Questa grotta rappresenta un mondo affascinante e ricco di interesse per la conoscenza della realtà che sta sotto i nostri piedi, che con le dovute precauzioni può anche essere visitato fino alla profondità di 45 metri, sempre con l’accompagnamento di una guida, mentre il resto della cavità è accessibile a speleologi esperti con una regolamentazione di visita precisa stabilita dall’Ufficio.
Ma c’è un altro aspetto che rende questa riserva gestita dal Corpo Forestale dello Stato ancora più sorprendente: l’impossibilità di definirne i confini e misure assolute perché il complesso carsico della Genziana è in continuo divenire grazie alle esplorazioni degli speleologi che continuano a trovare nuove prosecuzioni. Così i suoi 587 metri di profondità e circa 8 km di sviluppo sono solo misure temporanee, destinate ad aumentare negli anni rivelandoci nuovi scenari e prospettive.
Questo libriccino ci racconta la sua storia e ci svela un po' del suo mistero, come un piccolo viaggio dentro la Terra.

Il Capo del Corpo Forestale dello Stato
Ing. Cesare Patrone

INDICE

Carta di identità della riserva, pag.4

Inquadramento geologico generale, pag.6

Localizzazione e descrizione della grotta, pag.10

Storia esplorativa in breve, pag.15

Ricerche geologiche-geofisiche, pag.18

Ricerche biospeleologiche, pag.28

Ricerche sulla dissoluzione chimica delle rocce, pag.36

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