Categoria: Libri
Editore: CAI Pordenone - Sacile
Pagine: 75
Anno: 1990
Note: Ristampa anastatica edizione Arti Grafiche Pordenone del 1925

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Ben ricordo, che quando or son molti anni, assieme ai due miei primi compagni di escursione e ad un forte cacciatore di Budoia, ascesi per la prima volta il Monte Cavallo

Ai giovani alpinisti di Pordenone e di Sacile

Ben ricordo, che quando or son molti anni, assieme ai due miei primi compagni di escursione e ad un forte cacciatore di Budoia, ascesi per la prima volta il Monte Cavallo, le caratteristiche del cammino e le grandiosi visioni lasciarono nel mio animo di giovanetto un’espressione talmente profonda, che ancor ora quando la ventura mi riporta verso un alto pulpito solitario, il mio pensiero non sa far a meno di correre a quella lontana mattinata luminosa; mi sembra allora di ritornare anch’io un fanciullo e di sentire ancora in me tutti i fremiti generosi e tutti gli entusiasmi spensierati della prima giovinezza. Più tardi , una massima di poche e semplici parole, fu quella che sciolse in me l’arcano; è infatti un detto di Angelo Mosso, che si legge in tutte le pubblicazioni alpine: “Un popolo che ami i suoi monti, diverrà certo più morale e più forte”, e proprio quello che a me disse, io non saprei ora di certo più ricostruire; molto vi appresi però e vidi nella nostra commozione sul monte, una spontanea manifestazione di vera devozione e di amore mite e buono per la natura. L’uomo ne è poi ancor più commosso, quando riesce a convincersene da solo ed allora comincia a guardare i monti, non più soltanto con meraviglia e con ammirazione, ma assieme meditando e vivendo, come farebbe chi di lontano scorgesse uno di quei vecchi templi misteriosi e romiti, ove anche l’anima smarrita ritrova in sè la sua giovinezza e le beatitudini gioconde dei suoi primi sogni.

Che varrebbe però il capire un segreto alla natura, se non si dovesse un giorno rivelarlo a qualcuno? Molto forse a noi stessi, ma poco o nulla all’umanità; poco gioverebbe d’altra parte il decantare un campo di ginnastiche ideali, senza una degna premessa e presentare un monte, non è certo una di quelle solite formalità, che si sbrighino così, in cinque minuti; bisogna conoscerne, sia pure sommariamente, il passato, un poco anche la storia rispetto al tempo, per renderne più semplice e più comodo per tutti l’accesso, ecc. Ecc. A quest’ultimo importante problema pensarono senza dirlo, che il dire è sovente millanteria, i pochi ed assai modesti alpinisti di Pordenone e di Sacile; a me poi, ossia al più oscuro interprete del M. Cavallo, rimase il difficile compito della sua presentazione; ed eccomi alfine con la memoria monografico-alpinistica del nostro Monte e di quelle cime, che ad esso formano corona. Le cose belle non si dovrebbero certo dire, chè la parola fu sempre troppo povera di fronte a quello che già il bello dice da solo al nostro animo; in questo caso era però necessario indicarne almeno il regno, ed io ho fatto del mio meglio per non rovinarne nulla. Il silenzio maestoso dei monti disse infatti un giorno a ben altri uomini: io solo son l’oro del vostro pensiero, con me soltanto vive la verità perfetta; e sempre chi lassù cercò qualche cosa, lassù volle poi ritornare. Si trova realmente? Ma! Ai posteri l’alto compito del dire ed a noi soltanto quello di arrestare il nostro pensiero anche davanti all’asprezza del monte, quasi come di fronte ad un pio desiderio; sentiremo poi di avere su di noi ogni dominio? Impegniamoci allora, e con fermo volere e con animo sereno, come fa solo che sa di trovarsi sulla vera via segnatagli dal destino. Ci saremo, così, di guida in ogni passo.

Vittorio Cesa De Marchi

Primavera 1925

 

Prefazione

Gruppo del M. Cavallo.
Distribuzione e note generali

1° sottogruppo settentrionale
2° sottogruppo centrale
3° sottogruppo meridionale

PARTE PRIMA
Configurazione e note generali

Massiccio del Cavallo

PARTE SECONDA
Ricognizione storico alpinistica

Le Cime del Massiccio
Massiccio del Castelat

 

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