Categoria: Libri
Editore: Autoproduzione
Pagine: 88
Anno: 1999
Note: Parco Interregionale per il Cansiglio, Tambre, 1999.

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Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto (P.T.R.C.), ai sensi della L.R. 61/1985

INTRODUZIONE

Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto (P.T.R.C.), ai sensi della L.R. 61/1985 e s.m.i. – “Norme per l’assetto e l’uso del territorio” – costituisce il vertice del sistema gerarchico della pianificazione. Questo determina l’obbligo per gli strumenti di pianificazione corrispondenti ai livelli subordinati, di attenersi e sviluppare ciò che il P.T.R.C. programma a livello generale per l’intero territorio regionale. Il P.T.R.C. esprime infatti prescrizioni e vincoli, cartograficamente e normativamente definiti immediatamente cogenti su soggetti pubblici e privati e prevalenti sugli strumenti urbanistici subordinati, relativamente a:

  • parchi, riserve ed aree protette;
  • aree per impianti di interesse regionale;

ed esprime direttive, non precisamente territorializzate, non direttamente operative, ma vincolanti, che devono trovare espressione cartografica e normativa nei piani provinciali e comunali, relativamente a:

  • sviluppo e riqualificazione del sistema insediativo;
  • tutela dei beni culturali e ambientali;
  • sistema dei luoghi della produzione  e degli scambi;
  • articolazione territoriale delle attrezzature e dei servizi.

I contenuti del P.T.R.C. (approvato nel 1991) sono organizzati in sistemi funzionali: ambientale, insediativo, produttivo e relazionale. La trattazione del sistema ambientale trova ampio spazio all’interno delle Norme di Attuazione (TITOLO II delle N.T.A.). Nell’articolo 33, “Direttive, prescrizioni e vincoli per parchi, riserve naturali e aree di tutela paesaggistica regionali”, sono elencati gli ambiti di tutela che dovranno essere interessati da simili istituzioni: tra questi anche il Bosco del Cansiglio (ambito n°17, TAV.) degli elaborati cartografici di P.T.R.C.. L’articolo fa diretto riferimento alla L.R. 40/1984 – “ Nuove norme per l’istituzione di parchi e riserve naturali regionali” – in particolare all’art.6 che detta le misure di salvaguardia temporanee valide fino all’entrata in vigore delle leggi regionali istitutive del parco o della riserva. Con questo articolo il P.T.R.C. stabilisce inoltre i criteri per la definizione della perimetrazione del parco e per la progettazione del relativo “Piano Ambientale” (ai sensi della L.R. 40/1984).

Questa espressione di volontà ai livelli superiori, costituisce il punto di partenza dell’organizzazione del lavoro. La nostra intenzione, infatti, è quella di sviluppare un lavoro che non sia puramente accademico, ma che trovi effettivo aggancio con la realtà. L’ambito di tutela individuato dal P.T.R.C. comprende parte del territorio comunale di Chies d’Alpago, Tambre, Farra d’Alpago, Vittorio Veneto e Fregona. La prima necessità avvertita è stata quella di “verificare” la perimetrazione fissata dal piano; con questo intento si è fatto ricorso agli strumenti urbanistici dei comuni sopra citati oltre a quelli dei comuni di Sarmede e Cordignano, esclusi dal perimetro ma direttamente confinanti con lo stesso. La stessa necessità di sconfinamento, in qualche modo già espressa con il seminario “Un parco interregionale per il Cansiglio”, si è manifestata anche per quanto riguarda il versante friulano del Bosco del Cansiglio. la conterminazione della foresta non ha mai ricalcato i limiti amministrativi (in questo caso regionali), ma al contrario si è sempre spinta, fin dai tempi della Serenissima, oltre il crinale in territorio friulano.

Questo ha determinato la necessità di conoscere anche la realtà della pianificazione territoriale urbanistica vigente in Friuli Venezia Giulia. Al vertice del sistema gerarchico degli strumenti di pianificazione, meno rigido rispetto a quello veneto (si veda § 3.3), si colloca il Piano Urbanistico Regionale (P.U.R.) risalente al 1978. Strumento in teoria soppiantato, con la L.R. 52/1991 e s.m.i.- Norme regionali in materia di pianificazione territoriale ed urbanistica” – dal Piano Territoriale Regionale Generale (P.T.R.G.) che, al lato pratico, non è sato ancora redatto, così come non è stato prodotto nessun Piano Provinciale di Coordinamento (P.T.P.C. ai sensi della L.R. 52/1991). Fortunatamente il P.U.R. del ’78 ha precorso i tempi dimostrando specifica vocazione paesaggistica ed ambientale: tra gli ambiti di tutela si elenca l’ambito “B8 del Cansiglio”, ambito che è stato ulteriormente ampliato nella delimitazione dalla L.R. 42/1996 – “Norme in materia di parchi e riserve naturali regionali” – e identificato come “area di reperimento della Foresta del Cansiglio” (art.70 L.R. 42/1996): l’area è perimetrata “in via provvisoria” in cartografia a scala 1:50.000 (ALLEGATO n°20 della L.R.) e sottoposta a norme di salvaguardia (art. 69 della L.R.) fino a nuova definizione da parte del P.T.R.G..

È indispensabile precisare che nel momento in cui si parla di necessità di verifica della delimitazione  dell’ambito di parco, si intende analizzare, allo stato attuale della pianificazione territoriale, il modo in cui il territorio contermine al parco interagisce, oppure no, con il parco stesso: rilevare il contributo che la gestione dei comuni dà alla preservazione e allo sviluppo dell’ambito tutelato; verificare il grado di permeabilità che il territorio circostante offre al parco; in sostanza valutare la percolazione reciproca tra ambito di parco e non. Un parco dovrebbe rivestire una funzione nevralgica e di conseguenza affondare le sue diramazioni nel tessuto territoriale che lo circonda, come si legge più chiaramente in Uomini e Parchi: “La realtà di un sistema-parco è dunque comprensibile e organizzabile solo se esso è accettato come sistema aperto, all’interno di un significativo insieme di altri sistemi e pertanto appaiono destinati al fallimento i tentativi di istituire o di operare su di un parco considerandolo come un sistema chiuso, privo cioè di interscambi.”*

Come accennato più sopra, lo strumento di conoscenza territoriale da noi impiegato è il piano reolatore generale: consente di avere l’insieme dei vincoli ricadenti sul territorio comunale e, attraverso le analisi preliminari, la panoramica generale dello stesso. L’analisi ha prodotto un elaborato di mosaicatura degli strumenti comunali volto a dimostrare l’insufficienza e spesso la superficialità di una gestione fatta per parti e priva di coordinamento come quella attuata dai singoli comuni. Avere un quadro chiaro e completo della realtà territoriale ha comunque richiesto la consultazione di altri strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale: quelli relativi agli enti regionali (regione Veneto e Friuli Venezia Giulia) e provinciali (provincia di Belluno, Treviso e Pordenone), oltre a quelli comunali (comuni di Chies d’Alpago, Farra d’Alpago, Tambre, Fregona, Vittorio Veneto, Sarmede, Cordignano, Caneva, Polcenigo, Budoia e Aviano) e delle relative comunità montane (Comunità Montana dell’Alpago, Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane e Comunità Pedemontana del Livenza).

*Giacomini V., Romani V. (1982), Uomini e Parchi, Franco Angeli editore Milano, p.86.

INDICE

PREMESSA

  1. INTRODUZIONE
  2. SCHEMA GRAFICO DELL’AREA DI STUDIO
  3. INQUADRAMENTO LEGISLATIVO

3.1 Analisi comparata delle leggi

3.2 Sistemi dei piani urbanistici

      3.2.1 Schemi riassuntivi dei livelli di pianificazione

      3.2.2 Schema ideale

  1. MOSAICATURA DEI P.R.G.

4.1 Analisi individuale

4.2 Analisi complessiva

  1. CONCLUSIONI

5.1 Rappresentazione unificata della mosaicatura

5.1.1 Allegati

5.2 Graduatoria di coerenza

5.2.1 Applicazione

5.2.2 Classifica

5.3 Linee guida per i P.R.G.

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