Ospitati all’interno di una casa forestale immersa nel bosco, il Casello della Guardia, lontani da ogni distrazione e completamente disconnessi dal resto del mondo, hanno condiviso, oltre al lavoro in bosco, anche tutti gli aspetti sociali e relazionali, come la preparazione dei pasti, la pulizia delle stoviglie ed il riordino, mettendosi alla prova in ambiti molto differenti.
Il lavoro commissionato dai Servizi Forestali consisteva in un diradamento selettivo all’interno di una particella di abete rosso in Val Scura che manifestava la presenza di molti esemplari malati o morti in piedi, di cui liberarsi per far spazio agli alberi più sani.
I ragazzi hanno appreso le tecniche, preso confidenza con l’attrezzatura, sperimentato una attività seguendo il processo dall’inizio alla fine, vivendo gli aspetti tecnici come quelli più educativi.L’esperienza di abbattere un albero, talvolta sano, per consentire al popolamento di crescere più in salute è stata vissuta con grande intensità. Partendo dalla scelta dell’esemplare da abbattere, gli alunni sono stati coinvolti in ogni fase dell’attività. Una osservazione attenta, per decidere da che lato far cedere l’albero, l’esecuzione della “tacca di direzione” ed il successivo “taglio di abbattimento”. Sono stati chiamati in causa principi fisici alla base dello schianto (baricentro, cerniere), così come aspetti emotivi, legati alla responsabilità che l’uomo si assume verso la natura intervenendo in questo modo.
Gli alberi sono stati sramati e pezzati, in modo da creare tronchi di diametri e lunghezze omogenee.
Il materiale recuperato è stato poi utilizzato nei lavori lungo un tratto di sentiero all’interno della Riserva integrale Pian de le Stele. In seguito ai numerosi schianti dovuti alla tempesta Vaia la traccia originaria era interrotta, ed era necessario un intervento di ripristino, dove possibile, o di creazione di un nuovo percorso.
Gli alunni hanno creato gradini in legno, per agevolare il passo, cordoli di contenimento, per sostenere il sentiero, e fascine per indicare la giusta direzione.
Dopo una prima ricognizione gli alunni hanno identificato i tratti più ripidi e scivolosi, e quelli in cui era necessario creare una nuova traccia. I picchetti sono stati ricavati con l’accetta dai cimali degli abeti provenienti dalla Val Scura (tranne qualche eccezione in cui sono stati utilizzati picchetti in ferro per la natura del terreno), posizionati e piantati con una mazza da 5Kg. In seguito hanno costruito la struttura del gradino, rispettando il più possibile la naturalità di questa area incontaminata, che non viene sottoposta a nessun intervento selvicolturale.
Osservare come la “diversità” sia alla base della ricchezza di un ecosistema ha reso manifesto, al di là delle parole, il peso dell’azione umana in bosco e la conseguente responsabilità con cui ciascuno dovrebbe muoversi nell’alterare un equilibrio naturale.
Raffaella Cora (insegnante presso la Scuola Novalis, San Vendemiano, TV).